Le indiane. Un tessuto conquista il mondo

Mostra

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Con la mostra permanente Le indiane. Un tessuto conquista il mondo, aperta al pubblico a partire dall’8 maggio, il Castello di Prangins crea un sapiente intreccio di storia locale e globale e pone la Svizzera in relazione con il mondo. Questo percorso espositivo mette in luce il ruolo svolto da numerosi svizzeri in fenomeni chiave del periodo moderno, come l’industrializzazione, il commercio triangolare, la colonizzazione e la schiavitù.

La mostra è parte integrante del Centro delle indiane, che comprende in via aggiuntiva uno spazio per lo studio, una porzione dell’orto dedicata alle piante tintorie e un ricco ventaglio di laboratori imperniati sulla tintura vegetale.

Le indiane in Svizzera

Fra il 17° e il 19° secolo, la Svizzera si è affermata nella produzione dei tessuti di cotone stampato, diventando uno dei principali paesi produttori. La fabbricazione delle indiane, nonché le attività di tessitura e di filatura, hanno rivestito un ruolo chiave nell’industrializzazione del Paese, rafforzandone l’inserimento nel commercio mondiale. Ciononostante, le tracce di questa attività rimangono limitate e sono spesso poco conosciute.

Il dispositivo multimediale qui presentato raccoglie delle testimonianze relative all’industria delle indiane. Questa carta interattiva, realizzata in collaborazione con il Dizionario storico della Svizzera, documenta i vari centri di produzione delle indiane in Svizzera nel 18° secolo.

Bibliografia

Attività per il pubblico

Venite a trascorrere momenti emozionanti, divertenti, stimolanti, istruttivi o divertenti allo Château de Prangins! Viene offerta una vasta gamma di attività, specialmente immaginate e progettate per diversi tipi di pubblico e gruppi. Un team esperto ed entusiasta vi sta aspettando.

Visite guidate sono possibili durante e fuori dall'orario di apertura.

Iscrizione

 

due settimane in anticipo

Durata

 

60 minuti; altre offerte su richiesta

Partecipanti

 

25 persone al massimo

Lingue

 

Tedesco, francese, italiano e inglese. Altri su richiesta.

Prezzio

 

CHF 120 pour la visita guidata, più l’entrata a tariffa ridotta di CHF 10 par persona.

Ingresso libero per bambini e ragazzi fino ai 16 anni.

accessibility.sr-only.person_card_info Contatto

+41 22 994 88 90 info.prangins@museenational.ch

Cataloghi

Indiennes. Un tissu révolutionne le monde!

In francese
pubblicato da La Bibliothèque des Arts, 2018, 232 pagine e 200 illustrazioni a colori
ISBN 978-2-88453-216-7
 

Prezzo CHF/€ 49.- (spese di spedizione non incluse)

Questo libro è in vendita presso il negozio del museo, nelle librerie o può essere ordinato dainfo.prangins@museenational.ch o al +41 (0)22 994 88 90

Questa pubblicazione di riferimento, riccamente illustrata, propone una panoramica della storia delle indiane e mette in risalto il ruolo che gli svizzeri hanno svolto in tale industria fiorente. La parte dedicata al catalogo della mostra contiene delle introduzioni sulle manifatture o sui luoghi di produzione principali in Svizzera e in Francia, dettagliate analisi fondate delle tele e approfondimenti tematici.

Indiennes. Un tissu à la conquête du monde!

Raccolta dei testi della mostra
In francese pubblicato dal Museo nazional svizzero, 2021, 64 pagine e 44 illustrazioni in colore
ISBN 978-3-905875-67-6
 

Prezzo CHF 15.- (spese di spedizione non incluse)

Questo libro è in vendita presso il negozio del museo o può essere ordinato pressoinfo.prangins@museenational.ch o allo +41 (0)22 994 88 90

Media

Le indiane. Un tessuto conquista il mondo

Château de Prangins
Data di pubblicazione 4.5.2021

Con la nuova mostra permanente Le indiane. Un tessuto conquista il mondo, aperta al pubblico a partire dall’8 maggio, il Castello di Prangins crea un sapiente intreccio di storia locale e globale e pone la Svizzera in relazione con il mondo. Questo percorso espositivo mette in luce il ruolo svolto da numerosi svizzeri in fenomeni chiave del periodo moderno, come l’industrializzazione, il commercio triangolare, la colonizzazione e la schiavitù. La mostra è parte integrante del nuovo Centro delle indiane, che comprende in via aggiuntiva uno spazio per lo studio, una porzione dell’orto dedicata alle piante tintorie e un ricco ventaglio di laboratori imperniati sulla tintura vegetale.

Commercianti ginevrini che importano tessuti dall’India per rivenderli a Bordeaux, da dove verranno trasportati in Brasile per essere usati come indumenti per gli schiavi africani; commercianti basilesi che si stabiliscono a Nantes per finanziare e gestire con maggiore facilità i carichi per la tratta; ufficiali neocastellani al servizio dell’influente Compagnia olandese delle Indie orientali; svizzeri che impiegano schiavi nelle piantagioni di cui sono i proprietari o gli amministratori. Queste e molte altre storie sono solo alcune sfaccettature dell’universo appassionante, ma anche molto complesso, delle indiane, un tessuto di cotone stampato considerato il primo prodotto mondializzato di sempre.

La nuova mostra invita i visitatori a seguire la traiettoria compiuta dalle indiane in quattro continenti, e va a scandagliare l’impatto che queste tele di cotone hanno avuto nei vari centri di produzione e di consumo. Il percorso espositivo conduce i visitatori dall’India al Brasile, passando per la Svizzera, la Francia e l’Africa occidentale. Lungo tutto l’itinerario vengono messi in risalto la presenza e il ruolo degli svizzeri. Infatti, in molte parti del mondo, a vari livelli e in diverse funzioni, gli svizzeri hanno contribuito, direttamente o indirettamente, a scrivere la storia delle indiane. Una storia palpitante che si snoda fra moda e mondializzazione, in cui i riflettori sono puntati anche su imitazione, proibizione, spionaggio commerciale e contrabbando.

Uno spazio per lo studio consente di prolungare la visita della mostra e di familiarizzare con le tecniche di fabbricazione, l’iconografia delle tele o i prodotti di varie manifatture. Peraltro, un ricco programma di corsi di tintura vegetale a tutto tondo consente di addentrarsi nel mondo delle indiane mediante un approccio maggiormente sensoriale e improntato sull’esplorazione tattile.

Con questo inedito Centro delle indiane, il Castello di Prangins propone un approccio globale e trasversale per immergersi in un tema affascinante di storia culturale e offre ai visitatori delle chiavi di lettura per comprendere meglio alcune sfide della globalizzazione del passato e del presente.

Direzione del progetto e commissario della mostra: Helen Bieri Thomson, assistita da Barbara Bühlmann e Matthieu Péry

Immagini

Affiche de l'exposition permanente

(c) Musée national suisse

Palempore aux ambassadeurs

Palempore aux ambassadeurs | Inde, côte de Coromandel, première moitié ou milieu du XVIIIe siècle. Peint et teint par mordançage et réserve, avec poncif pour les bordures.

(c) Musée national suisse

Caraco à la française

Caraco à la française | France, manufacture non identifiée, vers 1775 | Impression: planche de bois

(c) Musée national suisse

Enseigne du Régiment suisse de Meuron

Enseigne du Régiment suisse de Meuron au service de la Compagnie hollandaise des Indes orientales | vers 1790, Aquarelle et gouache sur papier

(c) Musée national suisse

Mata ni pachedi, tenture de la déesse mère

Mata ni pachedi, tenture de la déesse mère | Coton peint à la main, 2019 | Atelier de Chitara Chandrakant, Ahmedabad, Inde

(c) Musée national suisse

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

(c)Musée national suisse

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

(c)Musée national suisse

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

(c) Musée national suisse

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

(c)Musée national suisse

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

Scénographie de l'exposition permanente Indiennes. Un tissu à la conquête du monde

(c)Musée national suisse

Tatiana Oberson

Responsabile Comunicazione, marketing e fundraising

Castello di Prangins +41 22 994 88 68 tatiana.oberson@museenational.ch

Colophon

  • Direzione generale Museo nazionale svizzero: Andreas Spillmann
  • Direzione generale Château de Prangins: Helen Bieri Thomson
  • Direzione del progetto e curatela: Helen Bieri Thomson, assistita da Barbara Bühlmann e Matthieu Péry
  • Consulenza scientifica: Bouda Etemad, Gilles Foster, Aziza Gril-Mariotte, André Holenstein, Bernard Jacqué, Jacqueline Jacqué, Lisa Laurenti, Liliane Mottu-Weber, Giorgio Riello, Béatrice Veyrassat
  • Testi: Helen Bieri Thomson, Barbara Bühlmann, Matthieu Péry 
  • Traduzioni: Alessia Schiavon, Geoffrey Spearing e Sandra Wyss
  • Ricerche iconografiche: Barbara Bühlmann
  • Scenografia e grafica: Flyingkoenig, Vevey
  • Attrezzatura per esposizione: Menuiserie Grocq et Goy, La Rippe, Metal-System Diserens Sàrl, Echandens
  • Lavori in pittura: Nigro & Fils Peinture Sàrl, Nyon
  • Impressioni: Meylan publicité et Segnaletica: Concise
  • Tecnica: Philippe Humm (dir.), André Schärer
  • Illuminazione: André Schärer
  • Comunicazione e marketing: Tatiana Oberson (dir.) e Sylvie Nickbarte
  • Grafica pubblicitaria: Plates-Bandes Communication, Lausanne
  • Mediazione culturale ed eventi: Ana Vulic (dir.), Céline Allard, Ines Berthold, Susanna Bühler, Sylvie Gobbo, Mirta Grüter, Susanna Hurschler, Marie-Claire Jahiel Romanet, Debra Kinson, Hester Macdonald, Muriel Marchese, Sylvie Nickbarte, Nathalie Pellissier, Killian Perret-Gentil, Matthieu Péry, Ludivine Proserpi, Heidi Rasmussen, Stéphane Repas Mendes, Sian Sibley, Laura Weber, Madeleine Wüthrich, Valérie Zanani, Farès Zemzemi
  • Laboratori di tinitura vegetale: Nathalie Pellissier
  • Piante tintorie nell'orto: Stéphane Repas Mendes
  • Internet, informatica e postazioni interattive: René Vogel (dir.), Ueli Heiniger, Pasquale Pollastro, Danilo Rüttimann e Toni Vu (stagiaire)
  • Postazione multimediale: testi e iconografia: Helen Bieri Thomson, Barbara Bühlmann, Matthieu Péry
  • Film: Regia e produzione: Octuor films production, Vevey – Florian Burion
  • Films: Concetto e coordinamento: Helen Bieri Thomson
  • Film: Traduzioni: Clarissa Hull-Gut, Clare McAllister, Alessia Schiavon
  • Film: Experti: Sadakne Baroudi, Thomas David, Mohamadou Dieye, Bouda Etemad, Bettina Giersberg, Aziza Gril-Mariotte, Bernard Jacqué, Reto Jenny, Benjamin Jody, Sibyl Kindlimann, Robert Labhardt, Helen Oplatka, Prasannan Parthasarathi, Xavier Petitcol
  • Postazioni audio: Florian Burion, Roman Hüben (réalisation) ; Studio Alea Jacta.CH, Jérôme Cuendet (prise de son); Gabriele Bazzichi, Irene Godel, Rachel Gordy, Aurore Jecker, Christoph Lanz, Lucia Placidi, Julien Tsongas, Michel Voïta (voix)
  • Diritto: Beatrice Käser
  • Amministrazione e finanze: Odile Rigolet (dir.) e Jacqueline Naepflin Karlen
  • Ricevimento del pubblico: Susanne Hurschler, Véronique Laurent Kandem e Anita Rachetta Bays
  • Sicurezza: Pedro Schreyer (dir.), Damien Becker, Mohamed Bouchatta, Raphaël Conrad, Mark Goldschmid, Jean-Claude Hunsinger, Priscilla Repond

Conservazione-restauro

  • Direzione generale del Centro delle collezioni: Markus Leuthard
  • Coordinamento del progetto: Françoise Michel, Elke Mürau
  • Conservazione-restauro e preparazione delle opere: Nikibarla Calonder, Anna Jurt, Elisabeth Kleine, Iona Leroy, Françoise Michel, Carolin Muschel, Sarah Longrée, Ulrike Rothenhäusler
  • Cornici: Studio Arte, Zürich

  • Logistica e montaggio delle opere: David Blazquez (dir.), Christian Affentranger, Simon d’Hollosy, Reto Hegetschweiler Markus Scherrer

  • Servizio prestiti: Bernard Schüle (dir.), Maya Jucker, Angela Zeier
  • Prestatore: Musée Théodore Monod d'art africain, Dakar
  • Per il loro importante sostengo: Hirzel-Stiftung

Ringraziamenti

À toutes les personnes qui ont apporté leur concours à ce projet

  • Archives cantonales vaudoises

  • Archives d'État de Genève

  • Archives de l'État de Neuchâtel

  • Archiv Streiff, Glarner Wirtschaftsarchiv

  • Bernisches Historisches Museum

  • Bibliothèque cantonale et universitaire, Fribourg

  • Bibliothèque cantonale et universitaire, Lausanne

  • Bibliothèque de Genève, Centre d’iconographie

  • Bibliothèque municipale de Lyon

  • Bibliothèque publique et universitaire, Neuchâtel

  • Dictionnaire historique de la Suisse

  • Historisches Museum Basel

  • Historisches Museum Thurgau

  • Institut National Genevois

  • Musée de l’Areuse

  • Musée d’art et d’histoire de Genève

  • Musée d’art et d’histoire, Neuchâtel

  • Musée de l’impression sur étoffes, Mulhouse

  • Musée d’histoire de Nantes, Château des ducs de Bretagne

  • Musée de la Toile de Jouy

  • Musée historique, Lausanne

  • Musée historique de Vevey

  • Musée Théodore Monod d’art africain, Dakar

  • Museum Bischofszell

  • Museum des Landes Glarus

  • Museum Rietberg

  • Nouveau Musée Bienne

  • Staatsarchiv Kanton Aargau

  • Staatarchiv Kanton Basel-Stadt

  • Staatsarchiv Kanton Thurgau

  • Zentralbibliothek Zürich

  • Fanny Abbott, Aurélie Allais, Philippe de Bosset, Claude Bornand, Werner Bosshard, Romain Bourgeois, Rahel Büchli, Tamara Chanal, Pierre Conne, Mohamadou Mustapha Dieye, Frédéric Elsig, Géraldine Galfetti, Bettina Giersberg, Aziza Gril-Mariotte, Krystel Gualdé, Martin Hampel, Bernard Jacqué, Romain Jurot, Lisa Laurenti, Frédéric Laux, Vincent Lecourt, Laurence Margairaz, Ernest Menolfi, Isabelle Mercier, Malick Ndiaye, Helen Oplatka, Xavier Petitcol, Alain Peyrot, Margret Ribbert, Mylène Ruoss, Christian Sonderegger, Daniel Suter, Toni Vu