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Il diario di Anna Frank è conosciuto in tutto il mondo. Meno noto è il fatto che la diffusione globale ebbe in gran parte origine in Svizzera. Mentre Anna, le sue sorelle e la madre furono assassinate nel campo di concentramento, il padre di Anna, Otto Frank, unico della famiglia sopravvissuto all’Olocausto, negli anni Cinquanta si trasferì a Basilea dalla sorella. Da lì si dedicò alla missione di diffondere nel mondo gli scritti della figlia e di divulgarne il messaggio di umanità e tolleranza per le future generazioni.
In collaborazione con Anne Frank Fonds, Basel, e Familie Frank Zentrum im Jüdischen Museum Frankfurt
Venite a trascorrere momenti emozionanti, divertenti, stimolanti, istruttivi o divertenti allo Château de Prangins! Viene offerta una vasta gamma di attività, specialmente immaginate e progettate per diversi tipi di pubblico e gruppi. Un team esperto ed entusiasta vi sta aspettando.
Visite guidate sono possibili durante e fuori dall'orario di apertura.
Iscrizione |
due settimane in anticipo |
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Durata |
60 minuti; altre offerte su richiesta |
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Partecipanti |
25 persone al massimo |
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Lingue |
Tedesco, francese, italiano e inglese. Altri su richiesta. |
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Prezzio |
CHF 120 pour la visita guidata, più l’entrata a tariffa ridotta di CHF 10 par persona. Ingresso libero per bambini e ragazzi fino ai 16 anni. |
accessibility.sr-only.person_card_info Contatto
Anna Frank e la Svizzera
Il diario di Anna Frank ha scosso il mondo dopo l’Olocausto. La cronaca della vita quotidiana segnata da paura e fame di otto persone ebree, chiuse per 735 giorni in un nascondiglio di Amsterdam per sfuggire ai nazisti, è oggi universalmente conosciuta. Meno noto è invece il legame che la famiglia Frank e la diffusione del diario hanno con la Svizzera.
Edith, Margot, Anna Frank e altre quattro persone che avevano condiviso il rifugio di Amsterdam non sopravvissero ai campi di concentramento. Soltanto Otto Frank rimase in vita e fece ritorno da Auschwitz nel 1945. Apolide, decise di stabilirsi infine in Svizzera, da dove rese celebre il lascito di sua figlia Anna. Il diario di Anna Frank è un appello all’umanità e alla tolleranza ed è entrato nel panorama della letteratura internazionale.
La storia della famiglia Frank è diventata simbolo del destino di innumerevoli famiglie ebree durante il secondo conflitto mondiale: emigrazione, fuga, deportazione, assassinio. A partire dalla metà degli anni Novanta il ricordo dell’Olocausto ha acquistato sempre maggiore importanza. La mostra collega la vicenda della fuga della famiglia di Anna Frank ad Amsterdam con quella dei suoi parenti in esilio a Basilea. Le storie parallele dei due rami della famiglia durante la seconda guerra mondiale fanno emergere le minacce specifiche che gravavano sulla popolazione ebraica nei due piccoli paesi europei.
La mostra presenta innanzitutto il facsimile del diario di Anna Frank e ne sviluppa i racconti, rendendo tangibili le condizioni in cui sono stati scritti e mostrandone l’influenza storica. Attraverso oggetti, foto e documenti, la mostra fornisce delle istantanee della vita di questa famiglia. Grazie a una collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea e il Familie Frank Zentrum di Francoforte, che custodisce l’archivio di famiglia, la mostra sviluppa una narrativa autentica che consente di compiere un viaggio nella quotidianità di allora e conoscere anche la politica per i rifugiati e l’assistenza che è stata fornita loro in Svizzera durante la seconda guerra mondiale.
Immagini
Tatiana Oberson
Responsabile Comunicazione, marketing e fundraising
- Direzione generale Museo nazionale svizzero Denise Tonella
- Direzione Museo nazionale svizzero – Château de Prangins Helen Bieri Thomson
- Direzione del progetto Nicole Staremberg in collaborazione con Jonathan Fellay
- Curatrici della mostra Erika Hebeisen, Rebecca Sanders
- Collaborazioni scientifiche Marina Amstad, Manda Beck, Thomas Bochet, Noëmi Crain Merz, Aaron Estermann,
- Marketing e comunicazione Tatiana Oberson, Sylvie Nickbarte
- Grafica pubblicitaria Resort GmbH für visuelle Kommunikation
- Mediazione culturale Marie-Dominique de Preter, Jonathan Fellay, Ines Berthold, Sylvain Frei, Valérie Guillermin, Debra Kinson, Nathalie Pellissier, Geneviève Suillot, Anne-Capucine Vernain, Madeleine Wüthrich
- Scenografia Kläfiger muséographie : Stéphane Kläfiger
- Grafica espositiva Enzed – Graphic Design : Nicolas Zentner, Mathieu Moret
- Attrezzatura espositiva Actoform
- Pittura Nigro & Fils Peinture
- Impressioni Meylan publicité, Concise ; BSR-Imprimeurs, Gland
- Film L'ascesa del nazionalsocialismo Gabriel Heim, Bâle
- Animazioni e illustrazioni Nino Christen, Maj Dörig, Zurich
- Allestimento della mostra Brandenberger, Atelier Goodwood
- Illuminazione André Schärer
- Direzione dei lavori di conservazione Elke Mürau
- Conservazione e montaggio degli oggetti Anna Jurt, Jürg Mathys, Tino Zagermann
- Prestiti e logistica degli oggetti Christian Affentranger, David Blazquez, Simon D'Hollosy, Reto Hegetschweiler, Markus Scherer
- Prestiti Laura Mosimann, Claudio Stefanutto, Samira Tanner
- Fotografia Jörg Brandt
- Archivio fotografico Andrea Kunz, Fabian Müller
- IT | Web René Vogel, Danilo Rüttimann
- Postazioni interattivi Thomas Bucher, Ulrich Heiniger, Pasquale Pollastro, Danilo Rüttimann, René Vogel
- Traduzioni Marie-Claude Buch-Chalayer, Bill Gilonis, Marco Marcacci, Laurence Neuffer
- Alice und Louis Koch-Stiftung, Bâle
- Anne Frank Fonds, Bâle
- Appenzeller Brauchtumsmuseum, Urnäsch
- Archiv für Zeitgeschichte ETH Zürich
- Bibliothèque cantonale et universitaire, Fribourg
- Familie Frank Zentrum im Jüdischen Museum Frankfurt, Leihgabe des Anne Frank Fonds Basel und der Familie Elias-Frank
- Joods Museum, Amsterdam
- Jüdisches Museum der Schweiz, Bâle
- Gedenkstätte Bergen-Belsen, Lohheide
- Historisches Museum Basel
- Museum Altes Zeughaus, Solothurn
- Museum für Gestaltung Zürich / Designsammlung / Zürcher Hochschule der Künste
- Stichting tot Behoud van Historische Philips Produkten (SBHP), Eindhoven
- Urs Rudolf, Solothurn
- Bernard Schüle, Affoltern am Albis
- Verein Museum im Zeughaus, Schaffhausen